ANNO 14 n° 119
Spunto di vista Masochismo, perché sembra di non voler bene a se stessi
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
27/02/2015 - 02:00

di Elisabetta Zamparini

VITERBO -Alcune persone possono sembrare i peggiori nemici di se stessi, le loro scelte non appaiono dirette al piacere o alla ricerca di ridurre al minimo il dispiacere, perciò tali comportamenti sono definiti masochistici o autodistruttivi.

Il termine masochismo generalmente viene associato a pratiche erotiche, nello specifico quelle volte alla ricerca dell’eccitazione sessuale attraverso il dolore e l’umiliazione.

Nella teoria psicoanalitica, il termine masochismo è usato anche per quei modelli comportamentali non sessuali caratterizzati dal dolore auto-provocato; quindi la personalità masochista è definita dalle sofferenze, dalle lamentele, dagli atteggiamenti autolesivi e autosvalutativi.

Il masochismo non significa amore per il dolore e per la sofferenza piuttosto è la tolleranza al dolore e alla sofferenza nella speranza, coscia o inconscia, di un bene maggiore.

Una moglie maltrattata, per esempio, non rimane con l’uomo violento perché prova piacere nell’essere picchiata ma i suoi comportamenti sono diretti dalla convinzione che sopportare la violenza le consentirà di ottenere uno scopo che giustifica la sofferenza, come il tenere unita la famiglia, e le eviterà qualche situazione ancora più dolorosa, come subire un abbandono.

In questi casi la donna si comporta come se il proprio benessere dipendesse dalla sua capacità di sopportazione, la sofferenza è ciò cui si aggrappa per non rinunciare all’idea di essere amata.

Ci sono anche masochisti per cui la tolleranza al dolore e il sacrificio sono alla base della propria autostima, questa dinamica li fa sentire meritevoli di qualcosa.

Le persone masochiste sentono che la propria sofferenza è ingiusta, si considerano vittime di una sorta di karma negativo o sfortunate, senza nessuna responsabilità da parte loro.

Spesso quando si ha avuto una storia infantile caratterizzata da terrore o abuso si può sviluppare il tentativo di ricreare quelle circostanze per padroneggiarle psicologicamente ma l’esito non può che essere tragico.

Queste esperienze alimentano la convinzione dell’individuo patologico di essere destinato a essere non apprezzato, maltrattato e colpevole ma possono dare agli altri, che non riescono a sopportare l’entità di quelle sofferenze, l’impressione di essere sprezzanti nel loro dolore.

I masochisti non godono del loro dispiacere ma hanno trovato in quelle modalità la possibilità di compensare e sostenere la propria autostima.

Il comportamento masochista non è necessariamente patologico nonostante implica una sorta di annullamento.

Alcune volte ci si impone di soffrire per amore di qualcosa di più grande del proprio benessere immediato, come tutte quelle persone che rischiano la propria vita, la salute e la sicurezza per un bene sociale più grande come la sopravvivenza della propria cultura.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





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